Descrizione
Il vicesindaco Stefania Di Padova, il Presidente del Consiglio comunale Alberto Melarangelo e il Consigliere comunale Alessio D’Egidio hanno partecipato, nel primo pomeriggio, alla breve ma intensa cerimonia in commemorazione dei caduti di Nassiriya, svoltasi nell’omonimo giardino dinanzi al monumento ad essi dedicato, realizzato dallo scultore Fausto Cheng. Erano presenti anche i vertici del Corpo dei carabinieri della provincia, a cominciare dal comandante, colonnello Massimo Corradetti, oltre ad una delegazione dell’ANC (Carabinieri in quiescenza).
La cerimonia si è svolta nell’anniversario dell’attentato che, nel 2003 costò la vita a 28 uomini, 19 dei quali italiani. Dopo la lettura dei nomi delle vittime, si è passati alla lettura del Messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e quindi alla solenne deposizione della corona; è seguita la benedizione e la cerimonia si è conclusa con la lettura della preghiera del carabiniere.
Il vicesindaco Stefania Di Padova sottolinea come: “Il 12 novembre del 2003 l’attentato che colpì la base “Maestrale” in Iraq, spezzò la vita di diciannove italiani — militari e civili — impegnati in una missione di pace. Uomini e donne che servivano il nostro Paese con dedizione, competenza e coraggio. Uomini e donne che credevano nel valore della presenza italiana nel mondo: una presenza fondata sul rispetto, sulla solidarietà, sulla costruzione di ponti tra i popoli. Oggi, ventidue anni dopo, quella ferita è ancora viva nella memoria nazionale. Ricordarli significa rinnovare un impegno. Perché la pace non è un dono garantito, ma una responsabilità che ciascuno di noi è chiamato a custodire. Viviamo un tempo difficile. Un tempo in cui le tensioni internazionali si moltiplicano, i conflitti tornano a insanguinare aree già provate del pianeta, e l’instabilità geopolitica tocca anche il nostro Mediterraneo, l’Europa orientale, il Medio Oriente. In questo scenario complesso, il sacrificio di Nassiriya ci parla ancora: ci ricorda il valore del servizio, della presenza, della cooperazione. L’Italia, nelle missioni internazionali, non porta armi di conquista, ma strumenti di pace. Non cerca dominio, ma stabilità. Non impone, ma costruisce dialogo. È questo il significato profondo del nostro impegno nel mondo. E allora, oggi, commemorare i caduti di Nassiriya significa ribadire la nostra fiducia nei principi che fondano la Repubblica: il rispetto del diritto, la dignità della persona, la ricerca instancabile della pace. Il loro sacrificio non appartiene solo al passato. Appartiene al presente. Ogni volta che un servitore dello Stato indossa la divisa con senso del dovere, ogni volta che un cittadino sceglie il dialogo al posto del conflitto, ogni volta che un’istituzione difende la legalità e la solidarietà, Nassiriya rivive — come monito, come esempio, come speranza. In questo giorno di memoria, il silenzio che accompagna i loro nomi diventa parola. Una parola semplice, ma forte: impegno; per la pace, per la giustizia, per l’Italia. Che il loro esempio continui a illuminarci, come luce discreta e profonda nel cammino della nostra comunità”.
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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2025, 17:45